Mostra - Dalla Resistenza alla Costituzione

Il 26 gennaio 1955, davanti ad una platea composta da studenti universitari, il Prof. Piero Calamandrei, Padre Costituente, esorta i partecipanti ad andare nei luoghi dove migliaia di giovani furono catturati, imprigionati, impiccati. La voce del professore cambia;  un groppo in gola accompagna la conclusione della frase:

"dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani col pensiero, perchè lì è nata la nostra Costituzione"

[P. Calamandrei 26 gennaio 1955].

La stessa esortazione la troviamo incisa  sulla lastra di marmo che apre il percorso storico museale dell'ex carcere le Nuove di Torino; il percorso è gestito dai volontari dell'Associazione Nessun uomo è un'isola. Decine di fotografie di giovani, catturati imprigionati e fucilati durante l'occupazione tedesca del 1943-1945, offre al visitatore la drammatica verità  incisa nelle parole di Piero Calamandrei.

Il 23 settembre 2023 Simone Pezzot, Presidente dell'Associazione Nessun uomo è un'isola, davanti alla lastra di marmo con le parole di Calamandrei, ha aperto i lavori per l'inaugurazione della mostra sulla nascita della nostra Carta Costituzionale,  parte integrante del percorso storico-museale.

Entrare a visitare il Museo “Le Nuove” di Torino non è solo l’approfondimento di un aspetto architettonico legato ad un carcere di fine ‘800 ma è, soprattutto,  l’approfondimento della Memoria.

Questo perché, questa struttura ha vissuto i periodi più bui della storia d’Italia dalla I° guerra mondiale, alla II° guerra mondiale con le sofferenze della resistenza e della deportazione, toccando successivamente il periodo del terrorismo degli anni ’70.

Ma proprio durante la II° guerra mondiale queste celle hanno ospitato tantissimi ragazzi, tantissimi combattenti per la libertà,  tantissimi ebrei che passando all’interno di queste celle hanno fatto sì che anche all’interno delle carceri si creassero le radici della nostra costituzione.

Abbiamo volto aprire questa giornata davanti alle fotoceramiche dei padri della libertà perché a cappello dei loro volti troviamo un piccolo biglietto da visita:

“Se voi volete andare in pellegrinaggio nei luoghi dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Piero Calamandrei”.

Questa frase, fil rouge delle esperienze da vivere all’interno de Le Nuove, è la connessione che ci porta a capire come è stata creta la nostra costituzione, ovvero dal sacrificio di tanti ragazzi che hanno permesso a noi oggi di essere qui.

Pezzot nel dare il benvenuto a tutti i partecipanti, invia  un saluto a Marco Castagneri, assente, organizzatore del convegno sulla Costituzione, protagonista del progetto per il restauro del cippo dedicato ad Ignazio Vian, impiccato dai tedeschi  in Corso Vinzaglio il 22 luglio 1944.

Il convegno si è svolto  nella sala di Suor Giuseppina” dell’ex carcere le Nuove di Torino, dove Pezzot ha continuato la presentazione leggendo il messaggio inviato da Marco Castagneri. Nel messaggio è presente  una forte connessione tra la lotta di Resistenza e la nascita della Costituzione:  

“La testimonianza di Vian tra il suo essere e il suo agire, ne hanno fatto, oltre che un eroe del secondo Risorgimento, un leader che con l’esempio trascinatore, insegnava agli altri il cammino.  

In particolare c’è un articolo della Costituzione, il numero 52, che recita testualmente – “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge.” 

Continua Castegneri:

“questo articolo prima che i parlamentari lo scrivessero congiuntamente sulla carta, lo avevano scritto con il proprio sangue Ignazio Vian insieme ad una schiera di patrioti. Per tali motivi, nel circuito del Museo del carcere le Nuove, dove Ignazio Vian fu rinchiuso e torturato per tre mesi prima di essere impiccato con altri compagni di prigionia, abbiamo inserito la pregevole mostra sulla Costituzione, realizzata dall’Associazione “Memoria Viva” di Canelli.”

I relatori, della giornata, hanno sottolineato i valori fondamentali della Costituzione.

Lo storico Vittorio Rapetti (co-curatore della mostra), nel suo intervento ribadisce il ruolo che Ignazio Vian ha avuto nella lotta di Liberazione e collegandosi a quanto scritto da Castagneri,  il professor Rapetti afferma:  

“la qualità della Costituzione parte proprio dalla memoria di Ignazio Vian, il quale è stato un partigiano che ha fatto sin da subito una scelta, fatta con motivazioni religiose e morali prima ancora che politiche. Una scelta che ha voluto dire: diventare un riferimento per altri”.

Il professor Rapetti ha continuato il suo intervento chiarendo che non tutti, dopo l’8 settembre 1943, hanno fatto la stessa scelta di Vian il quale si è preso la responsabilità di essere guida di altri nonostante la giovane età.

In un momento di grande confusione e di grande conflittualità nella scelta di Vian appare chiaro il senso di Patria. Continuando il suo intervento  e focalizzando la figura molto forte di Vian,  Rapetti legge un testo del Monsignor Pellegrino che conosceva bene il travaglio morale e  la determinazione  della scelta di Vian. Scrive Monsignor Pellegrino:  

“compresi che la sua coscienza sentiva acutamente questi problemi; d’altra parte era fermissimamente convinto della giustizia della causa da lui seguita. Affermava anche risolutamente essere dovere di ogni italiano affermare con le armi contro la repubblica fascista non ammettendo nessuna forma di collaborazione né di passività”.

Il relatore pone una questione importante: parlare della partecipazione dei credenti, alla guerra partigiana non è per dividere, non è per contrapporsi alle altre formazioni, ma è per far conoscere una storia conosciuta da pochi,  sconosciuta a molti, cristiani compresi. Non conoscere la storia della partecipazione dei cristiani alla guerra di Liberazione, significa anche non conoscere le storie delle persone che vi hanno partecipato e che si possono considerare di alto profilo morale. La storia di questi martiri che hanno donato la loro vita per una causa così importante come la guerra al nazifascismo può diventare un esempio per tutti noi.

Ognuno di noi deve assumersi la responsabilità rispetto ai valori quali libertà e giustizia presenti nella Costituzione. Il professore ricorda che sono ormai 30 anni che c’è un attacco sistematico ai valori della Resistenza e di conseguenza è un attacco ai valori e ai principi della Costituzione. Nell’intervento si sottolinea quanto la nostra Costituzione sia un modello di convivenza civile e sociale, alternativo a quello che è stato il modello della dittatura nazi-fascista.

A conclusione del suo intervento il relatore  pone la questione fondamentale della memoria storica: è possibile affrontare questi temi solamente se c’è un forte riferimento alla trasmissione della memoria e della storia riferita ai fatti avvenuti nel passato.

Arturo Rizzuto (Ass. Volontari della Libertà del Piemonte AVL) con il suo intervento ha umanizzato la storia della guerra di Liberazione Italiana, raccontando la drammatica vicenda di Ignazio Vian, ufficiale del Regio esercito italiano. Vian dopo l'8 settembre 1943, scelse da che parte stare: organizzarsi per liberare l’Italia dal nazifascismo. Cristiano convinto, Vian non ha mai avuto dubbi sulle azioni da compiere; ha operato con i suoi compagni, nella zona di Boves (CN), distrutta dagli incendi tedeschi e medaglia d'oro per la Resistenza.

Ignazio Vian arrestato nel 1944 a Torino, a seguito di un tradimento, venne arrestato e rinchiuso nel carcere Le Nuove di Torino, nel famigerato primo braccio, cella 17. Torturato quotidianamente da collaborazionisti italiani nella caserma Lamarmora di via Asti, perché dicesse i nomi dei suoi collaboratori; ma Ignazio Vian distrutto e sfigurato dalle violenze non ha mai parlato. La violenza esercitata nei suoi confronti, disumana e bestiale, lo hanno portato a tentare il suicidio. Salvato perché potesse parlare, con un silenzio determinato, sulla parete della cella ha scritto meglio morire che tradire. Ignazio Vian è stato impiccato il 22 luglio 1944 in corso Vinzaglio angolo via Cernaia, a Torino.

L’intervento di Gaetano Quadrelli dell’Associazione Nazionale partigiani Cristiani – si concentra sul ruolo dell’Azione Cattolica e sul ruolo dei partigiani cristiani nella Resistenza citando coloro i quali hanno speso la loro vita partendo da degli ideali molto profondi. Nelle file di questi giovani ci furono più di novecento caduti, molte sono state le decorazioni al valor militare. Per ricordare il sacrificio di questi giovani il Quadrelli cita nuovamente il sacrifico di Ignazio Vian che per la libertà e la giustizia ha donato la sua vita per un’Italia libera e democratica. Ricordando Vian, Quadrelli ricorda anche che questo anno ricorrono gli ottant’anni della strage di Boves territorio dove Ignazio Vian ha combattuto. Si ricordano in questa sede gli eccidi del 19 settembre del 31 dicembre 1943 e del gennaio 1944 eseguiti per mano dei nazisti. Si ricordano due sacerdoti Don Bernardi e Don Gribaudo e un laico Antonio Vassallo che hanno dato la loro vita per salvare la popolazione.

Tutto ciò è servito a creare quelle formazioni evangeliche, con valori culturali che erano presenti dentro la lotta antifascista. Da questa generazione sono nati maestri ed educatori diventati esempio per altri giovani, esempi che hanno incoraggiato altri giovani a fare scelte di libertà democrazia e di pace. Il relatore ha ricordato tutti i militari che hanno detto no al nazifascismo: seicentomila no di giovani militari che sono stati deportati e hanno vissuto la tragedia dei campi di concentramento. Nel concludere Quadrelli ha ricordato che la lotta resistenziale è stata una manifestazione storica e concreta e che oggi tutti noi dobbiamo riprendere lo spirito dei Padri Costituenti; oggi tutta la società è chiamata a dover affrontare problemi come l’accoglienza dei migranti: si parla di militarizzazione, di campi. Partecipare per difendere la democrazia, è il pensiero che deve impegnare ognuno di noi a scegliere da che parte stare; riscoprire la partecipazione che nasce dalla Resistenza che ha dato vita alla nostra Costituzione

Alessandro Trovato, Presidente Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini ha portato a conoscenza del pubblico in sala la connessione tra la storia di Vian e i Garibaldini. L’8 settembre è stato il giorno più buio della storia d’Italia: l’armistizio l’invasione dell’Italia dei tedeschi l’inizio della Resistenza. Il relatore nel suo intervento affronta il tema della resistenza combattuta fuori dai confini italiani. Il 9 settembre 1943 nel territorio del Montenegro c’erano diverse Divisioni tra le quali la Venezia Taurinense gruppo artiglieria alpina e Aosta…… che, rimasti senza nessuna direttiva hanno scelto di non stare con i tedeschi ma di combattere contro gli stessi. I combattimenti si sono protratti per un anno e mezzo e le divisioni si sono alleate con i partigiani di Tito. Il relatore spiega la connessione tra i garibaldini e la Resistenza, chiarendo alcuni passaggi fondamentali dell’azione della formazione. Dopo aver illustrato la storia della formazione a partire dall’800 il relatore chiarisce che i garibaldini da sempre sono stati dei volontari e hanno combattuto per la liberazione di altri popoli. I garibaldini avendo operato attivamente nella lotta di Liberazione ottennero di iscriversi all’Associazione nazionale Veterani e reduci regolarizzando gli statuti nati nell’800, passaggio previsto dalla Costituzione. L’incontro tra i volontari Garibaldini Veterani e Reduci e la lotta per la Liberazione ha dato vita all’11 che recita: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”

Il relatore conclude il suo intervento affermando che le attività di volontariato internazionale dei Garibaldini sono state tradotte nell’art. 11 della Costituzione.

La Dottoressa a Pia Di Matteo (Presidente Associazione “Memoria Viva” di Canelli) co-curatrice della mostra sulla Costituzione ha spiegato come si sviluppa il percorso della mostra e il significato dei vari pannelli.

L’intervento di chiusura della mattinata è affidato a una volontaria guida-testimone dell’Associazione Nessun Uomo è un’isola, la quale ha illustrato il compito di ogni guida: ridare voce e dignità a chi non è citato in nessun libro di storia e che ogni singolo sacrificio è stato un forte contributo alla lotta di liberazione. La volontaria ha illustrato le parti del percorso museale, invitando i presenti a ripercorrere i corridoi del museo cercando d’immedesimarsi nelle tragiche storie dei prigionieri.

Tutti gli interventi del convegno,  sono stati indirizzati ad affermare il valore fondamentale della Carta Costituzionale e l’apporto che ogni organismo ha dato alla Liberazione.

Al termine della mattinata è stata inaugurata la mostra che sarà parte integrante del percorso museale.

Ricordare come è nata la nostra Costituzione è un dovere di ognuno di noi, nel momento in cui parliamo di diritti e di valori. Percorrere i luoghi del museo carcere le Nuove, arrivare fino in fondo al “buco” dove i condannati a morte vivevano le loro ultime ore, porta il visitatore a riflettere con quale enorme sacrificio i giovani partigiani abbiano scelto da che parte stare;  la loro morte è il dono più grande per tutti noi: la libertà. Non possiamo non ascoltare quanto ha ancora detto il Prof. Calamandrei alla conclusione del suo ciclo di lezioni:

“Domandiamoci che cosa è per i giovani la Costituzione. Che cosa si può fare perché i giovani sentano la Costituzione come una cosa loro, perché sentano che nel difendere, nello sviluppare la Costituzione, continua, sia pure in forme diverse, quella Resistenza per la quale i loro fratelli maggiori esposero, e molti persero, la vita.[…]

Dietro ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, cha hanno dato la vita perché libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta. Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, è un testamento, è un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione.”

[P. Calamandrei Discorso agli studenti milanesi 1955]

Articolo Scritto da Pina Mafodda – Associazione nessun uomo è un’isola – Museo carcere le Nuove Torino