SUOR DEMURO LA CARITA' TRA LE SBARRE DELLE «NUOVE»

NEL 75° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE, RIEVOCHIAMO LA LUMINOSA FIGURA DELLA RELIGIOSA CHE, DAL 1942, OFFRÌ UNA STRAORDINARIA TESTIMONIANZA DI AMORE CRISTIANO NEL BRACCIO FEMMINILE DEL CARCERE TORINESE

Superiora delle Figlie della carità della congregazione di San Vincenzo De Paoli, sarda di Lanusei, in provincia di Nuoro, portò senza sosta conforto, alimenti e indumenti nelle celle, alleviando gli ultimi istanti di vita dei condannati a morte. Una donna coraggiosa nella Resistenza disarmata.

Una straordinaria testimonianza di cristianesimo, vissuto eroicamente. Si può riassumere così la figura di suor Giuseppina Demuro, superiora, dal1942 al 1965 (data della sua morte), delle Figlie della carità della congregazione di San Vincenzo De Paoli, ‘sorveglianti’ del braccio femminile del carcere torinese «Le Nuove». Una figura esemplare, che vale la pena rievocare, in occasione del 25 aprile, nel 75° anniversario della Liberazione.
A Torino i panzer della Wehrmacht giunsero il 10 settembre 1943. Le SS insediarono il loro Comando e gli uffici della Gestapo nell’albergo Nazionale, sito nella piazzetta che ora porta il nome di Piazza Cln. Contemporaneamente le SS occuparono il primo braccio del carcere «Le Nuove», dove rinchiudevano i loro prigionieri.
Dei sette bracci, uno era riservato alle donne, mentre il terzo braccio sarebbe stato destinato dai fascisti della Repubblica di Salò a ospitare i prigionieri politici arrestati dalle varie polizie del Regime. Complessivamente, tra ‘comuni’ e ‘politici’, per tutto il periodo che va dal 10 settembre 1943 al 26 aprile 1945, il carcere ospitò ininterrottamente una popolazione variante ogni giorno da 1.500 a 2 mila detenuti. [...]

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Di Marco Castagneri - Tratto da LA VOCE E IL TEMPO - 26 Aprile 2020